A primo acchitto l’equazione sebra traballare, eppure, stando ai numeri del tribunale di Milano, pare che la crisi economica sia riuscita a compiere quello che sembrva un miracolo; appianare, o perlomeno rendere meno gravi e numerose, le diatribe fra padroni di casa ed inquilini morosi. Nella sede di Palazzo Marino, il Tribunale del capoluogo lombardo ha presentato alla stampa il Bilancio di responsabilità sociale 2014 in cui ha evidenziato come, dopo aver registrato un vero e proprio picco nell procedure di sfratto forzato nel periodo a cavallo fra il 2011 ed il 2012, il mercato degli affitti è stato caratterizzato da una maggiore volontà di venirsi incontro fra proprietari ed inquilini; spinti dalla presa di coscienza che a poco sarebbe servito impuntarsi sulla propria posizione e intraprendere una lunga battaglia legale, i primi hanno molto più di frequente deciso di ricorrere alla strada dell’accordo con, eventualmente, una riduzione del canone di affitto. Ecco quindi che le cosiddette convalide di sfratto si sono ridotte del 25% in soli 24 mesi passando dalle circa 8.000 del 2012 alle 6.000 del 2014. Di contro, va detto, sono invece aumentate in maniera sostenuta le cause civili legate alla vita di condominio. I locatari sono quindi di colpo diventati tutti più buoni e comprensivi nei confronti degli inquilini morosi? Forse no. Continuando a leggere il rapporto del Tribunale di Milano si copre come a spingere i proprietari di casa all’indulgenza sia stata la comprensione di una situazione molto difficile del mercato; in pratica meglio mantenere in casa qualcuno che già si conosceva e magari pagava con poca regolarità piuttosto che lasciare sfitto l’immobile, chissà fino a quando.
Fonte immobiliare.it uscita del 22 Gennaio 2015