Anatocismo nel decreto salva banche, Adusbef: “Per i mutui c’è il rischio di uno sforamento dei tassi di usura”

Una norma poco chiara, fumosa, che lascia la strada aperta a  svariate interpretazioni e che di fatto rintroduce l’anatocismo bancario, anche se con cadenza annuale”. E’ quella introdotta dal decreto salva banche e approvata in via definitiva dal Senato, secondo il presidente vicario dell’Adusbef, l’avvocato Antonio Tanza, che mette in guardia dalla possibilità per i mutui di sforare il tasso di soglia e sconfinare nell’usura.

La norma del decreto salva banche – approvata dal Senato dopo le modifiche introdotte dalla Camera – prevede la contabilizzazione degli interessi per conti correnti, carte revolving, aperture di credito e sconfinamenti sul conto in rosso. Inoltre questa avverrà tanto per gli interessi passivi (ovvero a favore della banca), che per quelli attivi (a favore dei cittadini), e non potrà essere calcolata su scadenza trimestrale, ma annuale.

Sebbene il deputato Sergio Boccadutri l’abbia definita “la fine di una pratica fastidiosa contro i cittadini” – secondo l’associazione che da anni si batte contro le pratiche scorrete delle banche – va contro gli interessi dei consumatori, e salvaguarda gli istituti rintroducendo di fatto l’anatocismo bancario, anche se la maturazione degli interessi non avverrà più in maniera trimestrale, ma annuale.

“Si tratta di una norma abbastanza fumosa, poco chiara, che lascia la strada aperta a varie interpretazioni e che sarà attaccata sicuramente per via legale, afferma l’avvocato Tanza. E’ scritta da qualcuno non tecnico, che non conosce bene la giurisprudenza e che non risolve in assoluto il problema dell’anatocismo”.

Nel dettaglio particolarmente critico è l’articolo 17-bis quando afferma:

b) gli interessi debitori maturati, ivi compresi quelli relativi a finanziamenti a valere su carte di credito, non possono produrre interessi ulteriori, salvo quelli di mora e sono calcolati esclusivamente sulla sorte capitale; per le aperture di credito regolate in conto corrente e in conto pagamento, per gli sconfinamenti anche in assenza di affidamento ovvero oltre il limite del fido”

Nella prima parte, il punto chiave è proprio l’espressione ‘salvo quelli di mora’, “perché spiana la strada alla sommatoria degli interessi corrispettivi (ad esempio il tasso di interesse su un mutuo) e quelli di mora, e corre il rischio di produrre uno sforamento dei tassi di soglia e uno sconfinamento nell’usura”.

“La seconda parte, invece, che riguarda i conti correnti, “rintroduce di fatto l’anatocismo nei casi di sconfinamento”. “L’unica novità è che adesso non sarà possibile aggiornare trimestralmente l’ammontare di quanto dovuto, aggiungendo gli interessi al capitale”. Il tempo minimo per la maturazione degli interessi è infatti fissato a un anno e due mesi.

fonte idealista.it uscita del 7 Aprile 2016

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