A ogni Paese il suo mutuo: i tassi applicati in Italia a confronto con quelli di altre 13 nazioni

A chi vuol accendere un mutuo farà piacere sapere che oggi i tassi applicati dalle banche italiane sono tra i più vantaggiosi in Europa, e non solo. A dirlo è un’analisi di Facile.it e Mutui.it che ha messo a confronto gli indici fisso e variabile in 14 nazioni diverse.

Il confronto europeo

Per tutti i Paesi si è considerato un immobile di valore pari a 180.000 euro, una richiesta di mutuo di 120.000 euro ed un piano di restituzione ventennale. In Italia questo finanziamento oggi è indicizzato con TAEG compresi fra 1,03% ed 1,10% se a tasso variabile e fra 2,01% e 2,08% se a tasso fisso. Nel vecchio continente va meglio solo ai tedeschi e ai francesi (che per il tasso fisso si vedono applicare, rispettivamente TAEG all’1,70% e 1,87%) e, soprattutto, agli svizzeri; al di là delle Alpi chi decide di comprare casa col mutuo dovrà considerare un tasso dell’1,65% se sceglierà il tasso fisso e appena dello 0,65% se opterà per il variabile.

Se in Spagna i tassi non sono troppo lontani da quelli italiani (fra 1,85% e 2,10% se fisso; fra 0,80% ed 1,20% se a tasso variabile), va decisamente peggio a chi la casa vuole comprarla nel Regno Unito o in Grecia. In UK le banche applicano al momento indici pari al 4,20% se a tasso fisso e al 3,30% se a tasso variabile; se si guarda ad Atene, invece, i tassi applicati per i mutui salgono ancora, arrivando al 3,62% nel caso del variabile e al 5,50% per un fisso.

Secondo Ivano Cresto, responsabile business unità mutui di Facile.it: “I tassi nell’area Euro restano abbastanza allineati tra di loro visto che tutti i paesi utilizzano gli stessi indici di riferimento (Irs e Euribor). Le variazioni del costo del denaro che notiamo sui mutui sono quindi riconducibili a dinamiche competitive tra gli istituti di creditopresenti in ciascuna nazione e al cosiddetto “rischio paese”, un concetto simile a quello di spread usato per i titoli di stato. Un discorso diverso vale invece per il Regno Unito, dove i mutui, non essendo denominati in Euro, hanno dinamiche slegate da quelle del resto di Europa”.

I mutui al di fuori dell’Europa

L’analisi ha analizzato la condizione dei tassi anche in Paesi extraeuropei.  Se a Singapore la situazione è tutto sommato positiva con tassi dell’1,45% per il mutuo fisso e dell’1,28% per il variabile, in quasi tutte le altre nazioni considerate le percentuali applicate sono alle soglie del proibitivo.

Negli Stati Uniti chi compra con un mutuo a tasso fisso ottiene TAEG quasi doppio rispetto a quello italiano, con valori compresi fra 3,38% e 3,96%. In Australia la situazione non è troppo dissimile e le banche concedono finanziamenti con TAEG al 4,25% per il tasso fisso e fra 3,66% e 3,74% per quello variabile.

In Cina s¡ i tassi applicati sono doppi per mutui  con tasso variabile (2% la media rilevata ) e più che doppi per quelli con tasso fisso (4,90%). Ma non è niente rispetto alla Russia, dove chi vuol accendere un mutuo deve pagare un tasso fisso del 12,50% o all’Uganda dove variabile arriva al 20% e in Nigeria il fisso addirittura al 23%.

Secondo Cresco: “Tassi di interesse così elevati denotano un’economia in forte evoluzione con inflazione, e crescita potenziale, tipica dei paesi in via di sviluppo e delle economie non ancora mature”.

 

idealista .it uscita del 28 settembre 2017

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