Nel bel mezzo dell’emergenza da coronavirus sappiamo che l’impatto sull’economia darà poco di che rallegrarsi. Tuttavia, con Francesca Zirnstein, DG di Scenari Immobiliari, idealista/news ha voluto guardare ai prossimi mesi, per scoprire su quali basi il settore immobiliare potrà tentare la ripresa.
“In questo momento fare previsioni precise è difficile, – spiega Francesca Zirnstein, – ma è evidente che il primo quadrimestre risulterà inevitabilmente danneggiato dall’emergenza sanitaria, mentre il secondo probabilmente risentirà di eventuali restrizioni ancora in essere. Purtroppo parliamo del quadrimestre che include il periodo estivo, quindi le ricadute sul turismo saranno pressoché inevitabili. Va detto poi che veniamo da un anno particolarmente positivo dal punto di vista soprattutto degli investimenti istituzionali, che hanno sfiorato i 13 miliardi di euro, quindi la differenza anno su anno sarà ancora più evidente”.
Quale sarà l’impatto su compravendite e affitti? “Per quanto riguarda le famiglie, – risponde Zirnstein, – il mercato residenziale nel 2019 ha visto 670 mila compravendite circa; per il 2020 ci aspettiamo indicativamente una diminuzione annua del 10-15% e una riduzione del fatturato più o meno della stessa entità. Anche sul fronte degli affitti brevi, che non erano il settore principale ma certo indicativo dello stato di salute del mercato immobiliare, la frenata è forte soprattutto per le grandi città, Milano in primis. Altro problema è quello della sostenibilità dei canonialla luce dei problemi di occupazione e di chiusura delle attività, ovvero di quanto per i prossimi mesi gli inquilini e i commercianti riusciranno a saldare il dovuto e, di contro, di quanto i proprietari di immobili possono stare senza incassare i canoni il cui pagamento eventualmente fosse rimandato”.
Quale quindi il trend dei prossimi tempi sul mercato residenziale? “Il mercato immobiliare italiano residenziale è composto soprattutto da famiglie e solo ora era tornato a respirare dopo la crisi del 2008-2011. In questo momento di instabilità anche occupazionale evidentemente le scelte delle famiglie saranno rallentate. Anche se la tecnologia in questo momento sta aiutando a mantenere vivo il desiderio di casa in questi giorni di quarantena, facendo registrare un ampio uso delle piattaforme web per la ricerca di case, in termini di concretizzazione dei contratti il trimestre può dirsi perso”, è il parere della DG di Scenari Immobiliari.
Alla conta dei danni, quindi, i dati contingenti saranno negativi, inutile non riconoscerlo. Tuttavia gli investimenti a lungo terminepotrebbero subire solo un temporaneo stand-by.
“Dal punto di vista delle iniziative di lungo periodo, probabilmente dopo una prima decelerazione tutto si riassesterà, – afferma infatti Zirnstein. – Il mercato si fermerà per alcuni mesi ma poi il tutto riprenderà. Diverso è per il mercato del turismo e del commercio: improbabile che nei prossimi mesi possiamo aspettarci un flusso di turisti soprattutto dall’estero paragonabile a quello degli ultimi anni. Ma gli investimenti, anche alberghieri, programmati per lungo periodo, si sposteranno al massimo dopo l’estate e con tempi prolungati, con la tendenza ad un progressivo riallineamento”.
Altra questione, che potrebbe avere ripercussioni anche quando il mercato sarà ormai ripreso, è quella dei modelli abitativi che potrebbero risultare piuttosto cambiati dopo il prolungato periodo di clausura forata. “Le nuove abitudini che stiamo sviluppando in questo periodo potrebbero modellare le scelte residenziali di domani, – ipotizza Zirnstein. – Ad esempio, potrebbero avere più successo le soluzioni abitative più ampie, o con delle stanze in più, e soprattutto con degli spazi esterni fruibili dato che la clausura ha fatto apprezzare l’importanza di avere più spazio per sé, creando una nuova esigenza non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli centri. La moda delle mini case, di conseguenza, potrebbe non essere più così apprezzata”.
Che fare, mentre aspettiamo che passi la tempesta? “E’ fondamentale che la situazione finisca quanto prima. Al momento quello che occorre fare è pensare a delle strategie per il dopo emergenza. E occorre farlo senza contare troppo sugli aiuti statali: non si può infatti ancora definire come saranno gestiti l’erogazione o i destinatari. Occorre invece puntare sul futuro, lasciando come punto di partenza il patrimonio immobiliare che, come sappiamo, è obsoleto, e va ripensato e riqualificato oggi più che mai alla luce di questa nuova esperienza che, speriamo, si concluda presto e non si ripeta”.
fonte idealista.it